NATURA DEL SISTEMA

Tutto il nostro celebrato progresso tecnologico, e la

civiltà in generale, potrebbe essere paragonato a

un’ascia nelle mani di un criminale patologico.

Albert Einstein.

 

Si riporta qui un riassunto e rimescolamento dell’acuta analisi fatta da Theodore Kaczynski ne “La società industriale e il suo futuro”.

 

Lo sviluppo della civiltà moderna sta portando a seri problemi che riguardano l’intero creato terrestre. Sempre più persone si stanno rendendo conto del decadimento sociale in cui l’umanità sta sprofondando e prospettano per il futuro un “ritorno alla natura”, uno stile di vita più vicino alla terra e più “sostenibile” Per le società primitive, il mondo naturale, che in genere cambia lentamente, forniva una struttura stabile e quindi un senso di sicurezza; nel mondo moderno, invece, è il sistema a dominare la natura piuttosto che il contrario e il sistema cambia molto rapidamente a causa del progresso tecnologico. In questo modo non può esserci una struttura stabile. A sua volta il sistema non esiste e non può esistere per soddisfare i bisogni umani, è il comportamento umano, invece, che deve adeguarsi alle esigenze del sistema e questo è dovuto alla tecnologia poiché il sistema è guidato non da un’ideologia bensì da necessità tecniche.

In questo modo il sistema ha creato per l’uomo moderno uno stile di vita e un ambiente completamente innaturali che stanno cambiando l’essere umano stesso poiché l’uomo è per la maggior parte un prodotto delle condizioni nelle quali vive. L’uomo moderno vive in condizioni di totale schiavitù fisica e psicologica e il suo destino dipende da azioni di persone a lui lontane, le cui decisioni egli non può influenzare. Questa è una condizione necessaria ed inevitabile in qualsiasi società tecnologicamente avanzata. Il sistema, per funzionare, è obbligato a regolare attentamente il comportamento umano; al lavoro si deve fare quello che altri dicono di fare altrimenti la produzione andrebbe nel caos, le burocrazie devono essere rette secondo rigide regole poiché permettere una qualsiasi iniziativa personale ai burocrati di basso e medio livello danneggerebbe il sistema e porterebbe ad accuse d’ingiustizia provocate dal modo in cui i singoli burocrati esercitano la loro iniziativa. E’ vero che alcune restrizioni alla nostra libertà possono essere eliminate ma, in generale, la regolazione delle nostre vite da parte delle grandi strutture è necessaria per il funzionamento della società tecnologica in cui viviamo, perciò il destino dell’individuo deve dipendere da decisioni che può influenzare personalmente solo in misura molto ridotta.

Una società tecnologica non può essere frammentata in piccole comunità autonome poiché la produzione dipende dalla cooperazione di un grande numero di persone e macchinari. Una simile società deve essere altamente organizzata e si devono prendere decisioni che influenzeranno un gran numero di persone. Quando una decisione incide, per esempio, su un milione di persone, allora ognuno ha, in media, solo una milionesima parte nel prendere la decisione. Quello che normalmente avviene in pratica è che le decisioni sono prese da funzionari pubblici, dirigenti industriali o tecnici specializzati, ma anche quando si vota su una decisione precisa, di solito il numero di elettori è troppo grande perché il voto di un individuo sia significativo. La stragrande maggioranza degli individui, quindi, non è in grado  di influenzare in maniera misurabile importanti decisioni riguardanti la loro vita. Il risultato nelle persone comuni è un senso di impotenza.

La società moderna è, tuttavia, per certi versi, molto permissiva. Possiamo credere in qualsiasi religione ci piaccia, possiamo frequentare tutte le persone che ci và, possiamo andare a letto con chi ci aggrada etc. Possiamo fare qualsiasi cosa purchè non sia importante, ma in tutte le questioni importanti il sistema tende sempre più a regolare il nostro comportamento. E’ quindi importante non confondere il permissivismo con la libertà. La parola libertà può avere molteplici interpretazioni ma in questo caso la interpreteremo come possibilità di essere in grado di controllare ogni aspetto relativo alla propria esistenza, cibo, vestiti, riparo e difesa contro qualsiasi pericolo presente nel proprio ambiente, quindi avere il potere di controllare le circostanze della propria vita. Non si deve pensare, però, che una persona abbia abbastanza libertà solo perché dice di averne poiché la libertà è in parte limitata da controlli psicologici dei quali la gente è inconsapevole.

Il sistema ci offre piccoli surrogati di libertà codificate e circoscritte. Si prenda, ad esempio, la libertà di stampa, questa è veramente di poca utilità per il cittadino medio come individuo. I mass media sono per la maggior parte sotto il controllo di grandi organizzazioni integrate nel sistema. Qualsiasi persona con pochi soldi può pubblicare uno scritto o distribuirlo su internet o simili ma quello che avrà da dire sarò travolto da un enorme quantità di materiale prodotto dai media, quindi non avrà nessun effetto pratico. Colpire l’attenzione del grande pubblico con le parole è dunque quasi impossibile per la maggior parte degli individui e dei piccoli gruppi. Persino se questi scritti riuscissero ad aver un gran numero di lettori, la maggior parte di loro, li dimenticherebbe presto, vista la massa di materiale con cui i media inondano le loro menti ed è certo più interessante il divertimento messo in piedi del sistema piuttosto che leggere un saggio serio
Per quanto riguarda il bisogno di sicurezza, cioè il potere di difendersi contro i pericoli presenti nel nostro ambiente, le nostre vite dipendono, come già detto, delle decisioni prese da altre persone; non esercitiamo un controllo su queste decisioni e di solito non conosciamo neanche chi le prende. Le nostre vite dipendono dal fatto che gli standard di sicurezza delle centrali nucleari siano mantenuti adeguatamente, o da quanto pesticida viene ammesso nei nostri cibi, o da quanto inquinamento vi è nell’aria, perdere il lavoro o trovarlo dipende dalle decisioni degli economisti o dai dirigenti delle imprese etc. La maggior parte degli individui non è nella posizione di sentirsi sicura di fronte a queste minacce, se non molto limitatamente. Quello che ci fa sentire sicuri non è un livello maggiore di sicurezza oggettiva, ma un senso di fiducia nella nostra capacità di prenderci cura di noi stessi di fronte a qualsiasi evento che ci minacci.
Basta poco per vedere che la separazione dell’uomo dalla natura, l’eccessiva densità di popolazione, l’eccessiva rapidità dei cambiamenti sociali e il crollo delle comunità naturali di piccole dimensioni sono le cause della disgregazione sociale di cui oggi siamo testimoni.
E’ risaputo che la sovrappopolazione aumenta lo stress e l’aggressività. Il grado di affollamento che esiste oggi nelle città e l’isolamento dell’uomo dalla natura sono conseguenze del progresso tecnologico. Tutte le società preindustriali erano in prevalenza rurali e la rivoluzione industriale ha aumentato a dismisura l’estensione delle città e la percentuale della popolazione che vi vive, e la moderna tecnologia ha reso possibile il sostentamento di una popolazione sempre più densa. A questo proposito si potrebbe obbiettare che la rivoluzione industriale e il conseguente sviluppo tecnologico abbiano portato enormi vantaggi all’uomo moderno. L’elettricità, l’impianto idraulico in casa, i trasporti, le telecomunicazioni rapide, la chirurgia, cosa si può argomentare contro quelli o contro gli altri innumerevoli progressi che hanno reso moderna la società? Sarebbe stato assurdo resistere all’introduzione del telefono, per esempio. Offriva molti vantaggi e nessuno svantaggio. Tuttavia questi progressi tecnici presi nel loro complesso hanno creato un mondo dove il destino dell’uomo medio non è più nelle sue mani o dei suoi vicini o amici, ma in quelle lontane dei politici, delle grandi imprese, degli anonimi tecnici e burocrati che lui, come individuo, non ha il potere di influenzare. (Visto che a molti potrà sembrare paradossale il concetto che un gran numero di cose positive possano sommarsi negativamente, lo si illustrerà con un’analogia. Supponiamo che il signor A giochi a scacchi con il signor B. Il signor C, un gran maestro, fa da spalla al signor A. Il signor A vuole naturalmente vincere la sua partita, così se il signor C gli indica una buona mossa, gli farà un favore. Ma supponiamo ora che il signor C dica al signor A tutte le mosse. Sta facendo al signor A un favore mostrandogli la mossa migliore, ma rovina il gioco indicandogliele tutte, visto che non vi è alcuna ragione che il signor A giochi, se un altro indica tutte le mosse. La situazione dell’uomo moderno è analoga a quella del signor A. Il sistema rende la vita di un individuo più facile in svariati modi, ma nel far ciò lo priva del suo destino, della sua libertà.)

Un progresso tecnologico che sembra non metta in pericolo la libertà, spesso la minaccia molto seriamente in seguito. Consideriamo, per esempio, il trasporto motorizzato. In altri tempi, un uomo a piedi poteva andare dove gli pareva, al passo che preferiva, senza osservare alcuna regola del traffico ed era indipendente dai sistemi di supporto tecnologico. Quando i veicoli a motore furono introdotti parvero aumentare la libertà dell’uomo. Non toglievano alcuna libertà all’uomo a piedi. Se non si voleva l’automobile si poteva anche non comprarla e chi la preferiva poteva viaggiare più velocemente e più lontano dell’uomo appiedato. L’introduzione del trasporto motorizzato presto cambiò la società in modo tale da restringere la libertà di locomozione dell’uomo. Quando le automobili aumentarono, divenne necessario regolare il loro uso. Quando si è in  macchina, specialmente in aree densamente popolate, non si può andare dove si desidera secondo il proprio passo, il movimento di ognuno è governato dal flusso del traffico e da varie leggi. Si è costretti a vari vincoli: l’obbligo della patente, l’esame di guida, il rinnovo dell’immatricolazione, l’assicurazione, il bollo, la revisione del veicolo, le rate mensili sul prezzo d’acquisto. Inoltre, da lungo tempo l’uso del trasporto motorizzato non è più una scelta. Dall’introduzione del trasporto motorizzato la disposizione delle nostre città è cambiata in modo tale che la maggioranza delle persone non può più raggiungere a piedi il luogo di lavoro, la zona commerciale o di svago, ma deve dipendere dall’automobile. Altrimenti si deve utilizzare il trasporto pubblico, nel cui caso si ha ancora meno controllo sui propri movimenti rispetto a quando si guida una macchina. Persino la libertà dei pedoni è ora ristretta in maniera considerevole. In città deve fermarsi continuamente e aspettare ai semafori che sono pensati principalmente per servire il traffico delle automobili. In campagna, il traffico a motore rende pericoloso e spiacevole camminare lungo le strade principali.Lo stesso esempio si può fare con i telefoni cellulari e presto anche con i computer. Quindi quando un nuovo prodotto della tecnologia viene introdotto come un’ opzione che si può accettare o no, non necessariamente il prodotto rimane facoltativo. In molti casi la nuova tecnologia cambia la società in modo che alla fine ci si trova costretti ad usarla.
Alienazione, noia, bassa autostima, depressione, ostilità, ribellione, bambini che non ascoltano i genitori, gang giovanili, uso di droghe, stupri, abusi sui bambini, gravidanze adolescenziali, crescita della popolazione, corruzione, odio razziale, rivalità etniche, conflitti ideologici, terrorismo, sabotaggio ed altri crimini sono gli effetti collaterali del sistema. In tutto questo l’industria dello spettacolo funge da importante strumento psicologico, l’intrattenimento fornisce all’uomo moderno mezzi di fuga indispensabili; assorbito dalla televisione, video, internet, può dimenticare lo stress, l’ansia, la frustrazione generati dal suo stile di vita e se non fosse costantemente occupato o intrattenuto si annoierebbe, diventerebbe cioè inquieto, agitato, irrritabile.
Senza l’industria dell’intrattenimento probabilmente il sistema non sarebbe stato in grado di imporci una pressione produttrice di stress così pesante. Tuttavia la sola industria dello spettacolo non basta ancora a fermare la disgregazione sociale. Molte persone sono insoddisfatte, a causa della pressione incessante che il sistema esercita per modificare i comportamenti umani, il numero degli individui che non può o non vuole adattarsi alle esigenze sociali è in aumento: disoccupati di professione, bande giovanili, ribelli contro lo stato, sabotatori ecologisti, emarginati e oppositori di ogni tipo.

Nasce così la ribellione.

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NATURA CREATRICE

Anche un’epoca di oppressione è degna di rispetto, perché essa è opera non degli uomini ma
dell’umanità, dunque della Natura creatrice, che può essere dura, ma non è mai assurda. Se
l’epoca che noi viviamo è dura, abbiamo tanto più il dovere di Amarla, di penetrarla con il
nostro Amore, fino a quando non avremo spostato le pesanti masse di materia che nascondono la luce che risplende dall’altra parte.

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EN TO PAN

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ESSERE ANTIMODERNI

Essere antimoderni significa essere consapevoli che le anomalie del mondo moderno e il caos che ne deriva fanno parte essi stessi di un ordine supeiore e che combatterli esteriormente sarebbe solo follia.Ciononostante porre loro divieto di agire dentro noi stessi diventa condizione essenziale.

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